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I miei racconti brevi





Raccontini da 200 caratteri

Scritti per il concorso Una parola al mese del blog Romina Tamerici


Il sole è nuovo ogni giorno
(Aleatorio)

E anche quest’oggi, come pure testimonia l’esistenza di queste scarne righe, il sole è sorto di nuovo a illuminare un mondo in cui tutto, ma proprio tutto, è aleatorio. Compreso il sorgere del sole.

* * *

Linea di confine
(Baluginare)

A occhi chiusi scorsi dentro me il baluginare di qualcosa, ma se fosse la traccia di una vecchia speranza che andava spegnendosi o dell’insorgere di una nuova, in quel momento non avrei saputo dire.

* * *

L'annegato
(Bigio)

Una folata di vento le strappò il fiocco scarlatto dai capelli facendolo dolcemente planare sullo specchio del laghetto. Rimase poi ferma a lungo a guardarlo, annegato nel riflesso del cielo bigio.

* * *

Finché c'è morte c'è speranza
(Procrastinare)

“Inutile procrastinare oltre, signora” concluse il medico “suo marito è morto”.
Al che il vecchio, un fil di voce: “Ma, veramente io…”.
“Zitto tu!” lo fermò lei “Pretendi di saperne più del dottore?”.

* * *

Aspettative
(Trasecolare)

"Cosa ti aspetti dal nostro amore?" gli chiese lei.
"Che mi faccia trasecolare da adesso all'ultimo respiro".
Ma trasecolò davvero solo il giorno in cui gli resero nota la quota mensile degli alimenti.

* * *

L'aspirante licantropo
(Pedissequo)

Ero stato pedissequo nel seguire le istruzioni di Madama Strega: "Va di mattina presto a bere l'acqua piovana che si è raccolta nell'orma di un lupo".
Mi restava solo da attendere il nuovo plenilunio.

* * *

Arabesco gotico
(Stentoreo)

Talvolta accade che io, nel visitare un cimitero, mi soffermi a leggere gli epitaffi sulle lapidi. E capita allora, in quei momenti, che la mia voce si levi alta e stentorea nel silenzio di pietra.

* * *

Protesta legittima?
(Pletorico)

Pletorica sembrò all’ubriaco, al risveglio, la luce del sole. Perché aspettare il giorno, quando c’è luce, per sorgere? protestò contro l’astro. Ti fossi deciso prima non sarei caduto in questo fosso!

* * *

Avventura a Lilliput
(Affabulare)

Erano un gruppetto e pendevano tutti dalle sue labbra. Perché li affabulava con le sue parole? No, perché lui era Gulliver e loro lillipuziani!

* * *

Il disco rotto
(Giaculatoria)

"Ucci ucci sento odor di cristian… ucci ucci sento odor di cristian… ucci ucci sento odor di cr…".  Il bambino, impaurito, interruppe il disco con la fiaba sonora e fermò la giaculatoria dell'orco.


* * *


Finali da 200/300 caratteri o 200/300 parole

Scritti per il blog Mirtylla's House a partire da incipit di Patricia Moll 












































Insieme raccontiamo /33: No, non "quel" Carter



* * *


Il gioco delle trame alternative

Da un'idea originale del blog Inchiostro, fusa e draghi














* * *


Racconti da 500 caratteri

Due mini racconti scritti in origine per il blog Commen500.


Basta sognare!

Un giorno decisi di dire basta ai sogni a occhi aperti e, senza pensarci due volte, mi arruolai in una spedizione diretta nel Mato Grosso, alla ricerca del mitico tempio sotterraneo di Ibez. Alla fine, dopo mille peripezie, fui proprio io a scoprire il masso scolpito che celava l’accesso al tempio. Entrai così per primo nel vasto andito che però iniziò subito ad assumere tratti sempre più familiari, finché riconobbi le pareti e i mobili della mia stanza. Avevo di nuovo sognato a occhi aperti!

* * *

Prologo al risveglio

Il vento gli agitava il rosso mantello mentre intorno a lui volavano farfalle multicolori e saltavano leprotti e cerbiatti. Liberò il falcone e lo guardò volare finché non scomparve alla vista. Quando poi l’uccello tornò a posarsi sul suo braccio, lui lo accostò all’orecchio. Capire il linguaggio degli uccelli era una delle sue doti. Il rapace gli parlò di un castello lontano dove c’era bisogno di lui. Il Risvegliatore di Belle Addormentate salì sul suo bianco destriero e partì al galoppo.



* * *


Due miei incipit


Da: Gli occhi di Modì

Alla sera della domenica, al mio ritorno dal mare, trovai ad attendermi a casa non solo la cena preparata da mia madre ma anche il consueto “jet-lag” che si ripeteva per me ogni volta identico dopo qualsiasi mia assenza superiore ai due giorni. Il mio sfasamento si protraeva di solito per tutto il tempo necessario non solo a riabituarmi all’interazione con i membri della mia famiglia, ma anche a far sì che la vista della mia stanza – con la sua aria da bazar dove vecchio e nuovo si mescolavano come gli ingredienti sbagliati di un piatto indigesto – mi risultasse di nuovo sopportabile. Il maggior motivo di disturbo mi veniva però stavolta dal constatare che l’ambiente in cui avevo fatto ritorno non aveva seguito in nulla la traccia dei cambiamenti a cui io ero andato incontro nelle ultime tre settimane.

* * *

Da: Come aria che si cambia

Era un'ora compresa tra le quattro e le cinque del pomeriggio e non c’era un filo d’ombra dal nostro lato della strada, ma mio padre non sembrava curarsene. Armeggiava intorno alla sua fiat 600 bianca, parcheggiata a filo del marciapiede davanti al cortile di casa, intento ai preparativi finali della nostra partenza. Io, in piedi accanto a lui, lo assistevo come potevo, senza però rinunciare a gettare di tanto in tanto un’occhiata alla linea dell'autostrada, il cui argine si alzava lontano poche decine di metri. L’Autostrada del Sole, conosciuta anche come «autostrada delle vacanze», era quel giorno più trafficata del solito, almeno in una delle direzioni di marcia. Altre due cose che la riguardavano sapevo per certo: primo, che la maggior parte delle auto che vi correvano sopra sfrecciavano a più di cento all’ora, secondo, che alcune delle persone che si trovavano a bordo di quelle stesse auto non sarebbero mai arrivate a destinazione. Lo avevo sentito alla televisione, che solo da pochi mesi era entrata a far parte del mio quotidiano.
L’attrezzatura da pesca fu l’ultima a trovare posto, a fatica, nell'auto. Zio Rolando, l'esperto di famiglia in materia, l’aveva approntata per noi la sera prima ed era piuttosto ingombrante: due canne di bambù a innesto - una della lunghezza di otto metri per mio padre, l’altra della lunghezza di poco più di due metri per me -, più un assortimento di lenze già armate e avvolte ognuna attorno a un assicella di balsa, un cesto a rete metallica, un guadino e, per finire, il barattolo di vetro delle esche, pieno di lombrichi alla cui raccolta avevo contribuito in larga misura. Zio Rolando aveva anche aggiunto del fondo di caffè alla scorta di terra umida, perché gli animaletti non perdessero il loro bel colorito bruno.

Commenti

  1. Queste me le ero perse!
    Daiii! Che carine! Alcune cariche di ironia molto forte.
    Veramente simpatiche!

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    1. Ahaha! Hai scoperto i miei racconti-haiku. Adesso ho smesso di scriverli... troppe cose in ballo :P
      Grazie per l'apprezzamento, Patricia!

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  2. Peccato!!!! Sono proprio carini!
    Posso permettermi????? La sagacia con tutta l'ironia tipicamente toscana viene fuori tutta....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse perché sono molto legato alle mie radici... Se perdo il contatto con la mia terra mi inaridisco.

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  3. Non va perso assolutamente!!!!!!!
    Siamo cittadini del mondo ma le nostre radici sono quelle che ci tengono vivi!
    Ciaoooo

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  4. Ucci ucci. ... e ti credo il bambino si sia spaventato!
    Forte!
    Patri

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    1. Questa è l'ultima che ho scritto in assoluto. Alla fine non mi sono ricordato di spedirla, così non ha neanche partecipato al concorso di Romina. Come dicevo più sopra, troppa carne al fuoco :P

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  5. Mannaggia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Mi avete sfidato eh, tu e Romina.... ahahahhahahahahahahahah
    Domani posto il primo mini raccontino.

    Troppa carne al fuoco? Io continuo a metterne. Farò indigestione? Pazienza, almeno avrò la pancia piena....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché non partecipi direttamente all'iniziativa di Romina? E' sempre felice di accogliere nuove penne. Io spero il prossimo mese di riuscire a riprendere a partecipare a mia volta.

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    2. Sì.me l'ha detto quando ci siamo parlate perchè volevo aprire una nuova pagina sul mio blog proprio con mini raccontini.
      Sarà per il prossimo mese. Almeno spero.

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  6. Che belli questi mini racconti! A presto .. Dream teller ^^

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    Risposte
    1. Grazie della visita e del commento, Dream teller. Sono contento che i raccontini ti siano piaciuti ^_^

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  7. Complimenti, adoro questi esperimenti. E' come mettere le mani in un sacco di farina fatta di pensieri e parole e tirarne fuori dei meravigliosi dolcetti.

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    1. Grazie mille Massimiliano! Anche se per ora di dolcetti ho smesso di produrne perché preso da altre attività scrittorie :)

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  8. Complimenti per l'eleganza e la raffinatezza del tuo blog. Non occupo altro spazio in questa sezione altrimenti altro che off-topic. A presto, ciao.

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    1. Grazie ancora per i complimenti e sei sempre il benvenuto. Ciao a presto!

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  9. Ciao Ivano.
    Leggerti per me è sempre un incognita ...penso che il tuo Blog per me naturalmente , fra quelli che conosco sia il più difficle da decifrare.
    Ma probabilmente la mia era solo la paura di fare il primo passo.
    Lo so che ho già commentato qua da te , ma erano comunque sempre post a hoc , consoni a me ...di facile comprensione per dirla tutta.
    Quindi ho deciso di entrare in punta di piedi nel tuo mondo che per certi versi sembra quasi fatato (d'altri tempi) e cominciare con il leggere i tuoi racconti brevi.
    Che poi sono brevi fino ad un certo punto ;)
    Li ho letti fino a La casa gialla.
    Che dirti , non posso che restare a bocca aperta per come scrivi bene ...non che non lo immaginassi , ma leggerti in questi racconti è stata una vera sorpresa.
    Poi ...coincidenza lo giuro , quando ho letto il racconto dedicato ai blogger (non ricordo ill titolo ,perchè è quello dove ci ho capito meno (lo devo rileggere con calma) e scrivi di Joshua , poi leggo di Max e capisco che parli di Riccardi..la sorpresa è stata doppia.
    Ho conosciuto Massimiliano grazie a te ai commenti che postava nel tuo blog.
    Poi sono andato anche nel suo di blog e ho deciso di dargli fiducia comprando i suoi due romanzi perchè avevo voglia di ritornare a leggere .
    E ho pensato che non c'era cosa migliore di ripartire con un esordiente.
    E adesso me lo ritrovo qua nel tuo racconto ( che devo rileggere per provarci a capire qualcosa) e ancora qua sopra il mio di commento ;)
    Tornando ai tuoi di racconti cè ne uno che leggendolo :il mistero dei bambini scomparsi- l'ho accostato ad una canzone.
    Secondo me ci sta bene come sottofondo al tuo racconto..rievoca quelle atmosfere da festa paesana , da passaggio della banda , fuochi d'artificio e paese dei balocchi.
    Ti lascio il Link.www.youtube.com/watch?v=nNav2HbbXEQ
    A volte la musica spiega le emozioni meglio delle parole.
    Ti prometto che finirò di leggerli...i tuoi racconti.
    L'affascinante ribrezzo è un ossimoro?
    Stupendo!
    Buona estate
    Massimiliano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Max, e grazie ancora una volta per il lungo e articolato commento. E per l'interesse che dimostri per il mio blog.
      Ho ascoltato la canzone, di cui neanche sospettavo l'esistenza, e devo dire che è davvero particolare, molto poco sanremese tra l'altro. Ed è vero che ha un'atmosfera fatata.
      "Affascinante ribrezzo"? Forse lo si può considerare un ossimoro alla Lovecraft ;-)
      Ancora grazie e a presto!

      Elimina

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