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Visualizzazione dei post da settembre, 2017
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Non ho dimenticato... Alessandro Momo /2 di 2

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Si sentiva un'aria di cambiamento, gli anni '70 stavano rinnovando miti e liturgie anche nel nostro cinema, dopo che per anni non era venuto fuori niente di nuovo. Era un processo lento, ricordo che non ci sentivamo capiti, che critici e registi parlavano ancora un linguaggio da vecchi. Mentre noi andavamo allo sbaraglio, felici della nostra sincerità, che spesso sembrava solo sprovvedutezza. Ecco, questo era il nostro mondo, di Alessandro e mio. Eleonora Giorgi Alessandro Momo non morì subito. Se i dati della stampa in questo caso sono esatti, l’incidente avvenne alle 14,35 (ora in cui l’orologio da polso di Momo cessò di correre) sul lungotevere Cadorna, all’altezza dell’ostello della gioventù, e lui morì alle 23,05, dopo un inutile, estremo tentativo dei medici di strapparlo alla morte. Ebbe se non altro il tempo di scambiare alcune frasi con il padre prima di essere portato in sala operatoria. A caldo i giornali furono densi di dettagli sull’incidente e

Insieme raccontiamo 25: QWHFETT

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Dopo la festa di compleanno per il secondo anno di IR, l'inflessibile Patricia Moll torna alle ferree regole di sempre, che trovate, come ogni mese, riportate sul  post di lancio  dell'iniziativa pubblicato sul suo blog: lunghezza max 200/300 caratteri o 200/300 parole, scadenza a fine mese, ecc. Vi troverete in più, in attesa del consueto riepilogo generale, le prove di tutti gli altri partecipanti. #insiemeraccontiamo #scritturebrevi Altra abitudine della sempre inflessibile Patricia Moll è quella di accompagnare al suo incipit una foto che fa da ulteriore spunto di ispirazione. Quella di questo mese, molto suggestiva, è pubblicata con il gentile consenso del suo autore, Emmanuel Amadi. Detto ciò, non sento il bisogno di aggiungere altro, salvo ringraziarvi di essere ora qui su questa pagina e augurarvi una buona lettura. L'incipit di Patricia Stava leggendo le prime pagine di un libro che aveva trovato su una bancarella dell’usato. Un li

Meriem, la prima tarzanide /6

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Come forse ricorderete, ho concluso il post precedente con la descrizione della fugace apparizione di Meriem sul terzo Annual di Tarzan Lord of the Jungle , proprio allo scadere del breve arco di tempo (1977-1979) in cui la Marvel ha detenuto la licenza d'uso dei personaggi di Edgar Rice Burroughs . Un'apparizione ben strana, che ce la mostrava con i capelli color carota e con il nome modificato da Meriem a Meriam. Un probabile semplice errore quest'ultimo, ma che curiosamente si conserva anche nell'apparizione successiva del personaggio, in una storia di Mike Grell  che si sviluppa in 12 tavole domenicali, dalla #2675 del 21 novembre 1982 alla #2686 del 6 febbraio 1983, poi raggruppate sotto il titolo convenzionale di Christmas with Meriem  (con due "e" stavolta). Si tratta di nuovo di una storia che appare sullo scadere, in questo caso della permanenza di Grell sulle  Sunday Pages  di Tarzan , iniziata il 19 luglio 1981 e conclusasi il 27 febbraio 1983

Non ho dimenticato... Alessandro Momo /1 di 2

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E' che in quegli anni, per quelli come lui... cioè giovani, ragazzi che si esponevano, che ci credevano... in qualsiasi cosa credessero, morire era più facile. Eleonora Giorgi Questa estate ho avuto voglia di rivedermi, uno di seguito all'altro, i tre film con Alessandro Momo che avevo veduto negli anni '70, in occasione della loro prima distribuzione nelle sale:  Malizia ,  Peccato veniale e  Profumo di donna . Famoso al di là dell’immaginabile (per chi non c’era) negli anni ’70, grazie soprattutto a Malizia , film culto di un’intera generazione che gli procurò anche una nomination al nastro d’argento di Taormina come miglior attore esordiente, Alessandro Momo è presto sfuggito alla memoria collettiva oltre che alla memoria, a compartimenti stagni questa, degli addetti ai lavori. Per dire, il Dizionario del cinema italiano  della Gremese, anno di uscita 1991, nel secondo dei due volumi dedicati agli attori passa con disinvoltura da Domenico Modugno a Ca

Solve et Coagula - Pagina 169

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Parte II - Capitolo 3 /12 A Massimo era apparso sempre più chiaro, con il passare dei giorni, che i punti di riferimento su cui Paula si basava per i loro spostamenti appartenevano in buona misura a un passato remoto, nei limiti in cui può essere remoto il passato di una ragazza di ventisei anni. Lei doveva sì aver studiato a tavolino più dettagli utili possibile prima della partenza dall’Inghilterra, ma sembrava anche aver dato per scontato, dimostrando non poca ingenuità, che nel corso di un paio di decenni le cose fossero rimaste pressoché immutate sulla costa settentrionale della Francia. La riprova della fondatezza di questo suo sospetto Massimo la stava avendo in particolare ora che erano arrivati alla fine del sentiero che dai dintorni di Cancale portava a Pointe du Groin, un promontorio roccioso che sul suo lato orientale si affacciava sulla baia di Mont-Saint-Michel. A parte l’afa, che ancora all’equinozio di autunno non sembrava disposta ad allentare la sua morsa, la l

Insieme raccontiamo 24: Cervo e Serpente

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Insieme Raccontiamo compie due anni. E Patricia Moll celebra prorogando la scadenza del gioco al 10 settembre e lasciando libertà di lunghezza. Ma potrete meglio soddisfare ogni curiosità al riguardo abbeverandovi direttamente alla fonte, cioè al consueto  post di lancio  dell'iniziativa. Di lì proviene la bella foto in alto e sempre lì, lo ricordo ogni volta, troverete le prove di tutti gli altri partecipanti (in attesa del consueto riepilogo generale). #insiemeraccontiamo #scritturebrevi Venendo ora alla mia di prova, stavolta il mio seguito è stato segnato fin dal primo momento in cui ho letto l'incipit di Patricia. Con quell'immagine del cervo che scappa e del serpente che attacca non potevo infatti non pensare alla poesia di Kenneth Patchen   The Deer and the Snake , che ho deciso perciò di farvi entrare a ogni costo anche se non avevo idea di come. Alla fine ne sono comunque venuto a capo, in un modo o nell'altro. * * * L'incipit di

Meriem, la prima tarzanide /5

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Finora ho scritto questa serie di post su Meriem, da me incontrata per la prima volta all'età di dieci anni sulle pagine del romanzo Il figlio di Tarzan di Edgar Rice Burroughs , con grande piacere e divertimento. Non sarà così nel caso di questo quinto capitolo, dove devo occuparmi della parte di gran lunga meno entusiasmante dell'accidentata carriera della prima tarzanide. Ma poiché mi sono proposto di documentare ogni cosa passo per passo, non mi resta che stringere i denti e continuare a svolgere il mio dovere di narratore. E in fin dei conti è anche vero che il negativo fa risaltare meglio il positivo, almeno in casi innocui come questo. Tutto comincia, stavolta, nel 1972, anno del cambio di casa editrice delle due collane a fumetti  Tarzan of the Apes  e  Korak Son of Tarzan , che passano, rispettivamente dal numero 207 e dal numero 46, dalla Dell/Gold Key alla DC Comics, la casa editrice famosa per i personaggi di Superman e Batman. Interessa qui in particolar