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Visualizzazione dei post da luglio, 2016
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Summer Cocktail: I benefici dell'adulterio, la Top Five dell'estate e chi più ne ha...

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Questo che avete sotto gli occhi è il mio ultimo post prima della pausa estiva del blog, che mai ho sentito così necessaria come quest’anno. Intendiamoci, amo fare blogging e le mie motivazioni a continuare il viaggio nella blogosfera sono più forti che mai. Ma scrivere e pubblicare post uno di seguito all’altro, per tutto l'anno, non sempre è conveniente. È un po’ come costringere l’operaio di una fabbrica a lavorare dodici mesi su dodici. Qualunque imprenditore serio sa che questo fa male non solo all’operaio, ma anche alla fabbrica e al mercato. E d'accordo che scrivere post non è un lavoro in senso stretto e che tutto avviene su base volontaria, ma, nel bene e nel male, i ritmi ce li dettiamo comunque da soli dall’alto e siamo allo stesso tempo il padrone e l’operaio della fabbrica, con le rispettive responsabilità. Di qui la mia decisione di tornare ai bei tempi andati, quelli in cui esisteva ancora il canonico mese di ferie e le autostrade si riempivano di colpo di

Insieme raccontiamo 11 SSE (Summer Special Edition)

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Come qualcuno di voi forse sa, esiste tra i file del mio computer l'abbozzo di un romanzo autobiografico intitolato Come aria che si cambia . Si tratta in realtà di una specie di contenitore universale dal quale attingo molto di quel che scrivo, a cominciare dal mio attuale principale work in progress, L'Estate dei Fiori Artici , che ne è una derivazione diretta. Ne presentai l'incipit tempo fa, in un post dedicato , e per l'occasione mi divertii anche a giocare con gli pseudobiblia, creando in quattro e quattr'otto un'edizione immaginaria dell'opera edita dalla Ediacara Edizioni, la casa editrice che si occupa della non pubblicazione di tutte le mie opere immaginarie (anche se, ripeto, Come aria che si cambia almeno in forma di abbozzo esiste). Quel che è successo stavolta con Insieme raccontiamo, ed ecco il perché della premessa, è che il nuovo incipit di Patricia Moll mi ha stimolato a partecipare proprio con un estratto di Come aria che si c

The Studio Section 3 - Berni Wrightson /10

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Krenkel e Williamson ci facevano studiare Mucha, Coll, Pyle, Wyeth, Booth, St. John, Cornwell, Brangwyn, Parrish e J.R. Neil - la vertiginosa lista dei grandi illustratori andava avanti a lungo. Nella maggior parte dei casi erano già morti, o inattivi, ma per noi non era un problema. Non eravamo artisti del mainstream degli anni '70 e andavamo fieri di non esserlo. Bruce Jones * * * Berni Wrightson racconta che nel 1975, durante una fiera del fumetto, fu avvicinato da una persona che gli propose di realizzare per lui un poster. La stessa persona, aggiunge Wrightson, aveva fatto altrettanto con Vaughn Bodé poco tempo prima che questi morisse, ed è quindi probabile che il poster oggetto della collaborazione fosse The Lizard of Oz . Wrightson, come di consueto a caccia di soldi, accetta la proposta e si mette al lavoro. Forse la collaborazione con la Warren Publishing già aveva cominciato a pesargli, o forse è proprio il nuovo lavoro che gli è stato commissionato a d

The Studio Section 3 - Berni Wrightson /9

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...Bern, Mike, Jeff * e io. Alla fine nulla più di una banda di ragazzi, ancora teenager o appena ventenni, tutti di parti diverse della nazione, e ognuno di noi finito, per qualche strano disegno del fato, a New York nello stesso periodo di tempo degli altri. E tutto era dovuto, in gran parte, all'aver letto Creepy e Eerie in passato nei nostri posti d'origine. Bruce Jones * * * Bernie Wrightson si godette per quasi due anni la profumata paga di James Warren , insieme al ritrovato senso di libertà che gli dava creare storie autoconclusive anziché più episodi di una stessa serie. Ma era anche felice che le pagine fossero stampate in bianco e nero, circostanza che gli risparmiava l'inconveniente di avere i propri disegni colorati da altri o di non sapere, fino all'ultimo, quale sarebbe stata la resa tipografica dei colori che aveva messo giù di sua mano. In quanto ai frontespizi degli albi Warren, erano sì quasi sempre a colori, ma essendo anche ripr

The Studio Section 3 - Berni Wrightson /8

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Bernie Wrightson. Lo odiavamo. Lo amavamo. Era impossibile non amarlo; di sicuro, nei giorni della Warren, non c'era traccia di egomania in lui. Era sempre e solo uno del gruppo, pronto ad aiutarti se eri in ritardo con una deadline e a mollare di colpo il pennello se qualcuno gli diceva che alla tv stavano dando Frankenstein - o qualsiasi altro film con Boris Karloff. In più era divertente da morire. Ma anche bello ed eroico nell'aspetto. Lo usavamo tutti come modello - e lui vi si prestava con gioia. Un ragazzo di strada di Baltimora che, sebbene fosse piuttosto timido con le ragazze, poteva rubare la scena a tutti. E che non sapeva di essere un genio. Bruce Jones * * * L’odio di cui si parla all’inizio della soprastante citazione è ovviamente scherzoso e a che fare con l’invidia benevola che l'eccessiva bravura di Berni (o Bernie) Wrightson suscitava nei suoi colleghi e amici. Bruce Jones si riferisce qui in particolare a Mike Kaluta e Jeff Jones (di

Solve et Coagula - Pagina 151

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Parte II - Capitolo 1 /7 “4.06 euro” lesse mentalmente Luisa. Ma che razza di conto assurdo era? Poi capì. Punto di separazione a parte, quello che aveva sotto gli occhi era il numero riportato sulla chiave dell’Hotel Minoic in suo possesso. Sollevò subito il volto dal foglietto ma solo per scoprire, proprio come aveva temuto, che il “suo” cameriere si era già nuovamente dileguato. Era forse un promemoria? Un modo per ricordarle che al Minoic aveva ad aspettarla una stanza calda   e asciutta tutta per lei e ciò nonostante, in un’ora di tempo, aveva percorso appena la metà dei duecento metri di strada che separavano Piazza del Duomo dall’albergo? Ma non è certo colpa mia se tutti fanno a gara a distrarmi! esclamò dentro di sé. Intanto voleva vedere cosa le sarebbe successo a presentarsi alla cassa con quello strano conto, se le avrebbero fatto delle storie oppure no. Ma nel momento stesso in cui si alzò da seduta, la colse un’improvvisa, irresistibile urgenza. Oh no, anche

The Studio Section 3 - Berni Wrightson /7

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Per me è un pensiero terrificante l’idea di avere 45 anni e al risveglio dover chiamare Roy Thomas per chiedergli del mio assegno. Mi spaventa sul serio. Quello che devo chiedermi è perché sono qui. Sono qui per fare un lavoro al meglio delle mie possibilità, per fare del mio meglio e continuare a migliorarmi, o sono qui per raggiungere un certo livello di competenza e adagiarmi sugli allori per il resto della mia vita? Spiacente, non ce la posso fare. Finché so di star crescendo, continuerò a crescere e niente e nessuno potrà fermarmi. Berni Wrightson * * * Gli anni del lavoro professionale alla National Periodical (o DC Comics) furono, per Berni Wrightson , anche quelli dei primi riconoscimenti ufficiali. Nel 1972 gli viene assegnato, dalla Academy of Comic Book Artists , il premio di artista dell’anno, mentre nel 1973 riceve quello di artista professionale preferito dal mondo del fandom. Ma il triste epilogo dell’esperienza su Swamp Thing lo conduce a trarre alcun

Trilogia delle Madri /4 - Le origini: Zarathustra e Il tramonto degli oracoli

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Dopo aver ascoltato la profezia di un indovino, sul prossimo avvento di un’era di apatia per gli uomini, Zarathustra si immalinconisce e nel giro di poco diventa proprio il genere di uomo decadente descritto dall’indovino. Per tre giorni vaga senza pace, senza toccare cibo né bevanda, e senza proferire parola, finché non sprofonda in un lunghissimo sonno. Fa anche un sogno, che al risveglio racconta ai suoi discepoli, nella speranza che qualcuno di loro sia in grado di interpretarlo. Ecco la parte iniziale del resoconto del sogno di Zarathustra in una vecchia versione italiana* del libro di Nietzsche ( Così parlò Zarathustra, Parte II, L’indovino ): Sognai di aver rinunziato a tutta la vita. Ero diventato guardiano notturno dei morti, lassù nella solitaria rocca di morti, fra i monti. Lassù vigilavo i sarcofaghi e le cupe volte erano piene di trofei. Mi guardava dai vitrei sepolcri, sopraffatta, la vita. Respiravo l’odore d’un’eternità fatta polvere: pesante e polverosa