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Visualizzazione dei post da marzo, 2016
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Autobiobibliografia: I (miei) migliori anni della fantascienza

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Anche quando non ci teniamo più alle cose non è del tutto indifferente averci tenuto, perché era sempre per ragioni che sfuggono agli altri. (Marcel Proust) Il percorso della #autobiobibliografia mi ha permesso di individuare, nella mia vita di lettore, una serie di spartiacque ognuno coincidente con uno spartiacque della mia esistenza personale. In particolare ne ho isolato uno gigantesco in coincidenza dei miei quattordici anni, con una linea di demarcazione nettissima tra quelle che considero le letture dell'infanzia e prima giovinezza e le letture della "seconda" giovinezza e della vita adulta. Naturalmente ne ho individuati molti altri ma tutti di minore entità, almeno nella mia valutazione. Questo enorme spartiacque l'ho anche voluto rendere materialmente presente nella mia casa con l'utilizzo di due diverse librerie, una dedicata alle letture fino ai quattordici anni e l'altra alle letture dai quattordici anni in poi. Anche l'aspetto fis

Solve et Coagula - Pagina 140

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Parte II - Capitolo 1 /12 Massimo stava per far girare la chiave nella toppa, ma poi si immobilizzò di colpo, al pensiero che la casa potesse non essere deserta come sembrava. Dopotutto Paula Susi faceva l’infermiera e anche se in quel periodo non stava lavorando aveva forse preso l’abitudine di dormire a orari insoliti. Provò allora il pulsante del campanello, che non sembrava però funzionante. A quel punto poteva solo finire di aprire la porta e così fece. La luce pomeridiana che entrava dalla porta alle sue spalle non si rivelò certo in grado di illuminare l'intera sala d'ingresso, ma Massimo notò comunque che a dispetto dell’apparenza esterna dell'edificio la stanza era arredata con gusto moderno. La parete alla sinistra, più lontana dall'ingresso, era attraversata in lungo e in largo da scaffali ricolmi di libri, ma il suo occhio esercitato gli permise anche di notare, a dispetto della semioscurità, che quasi un’intera fila ospitava una collezione di 33 gi

The Studio Section One - Barry Smith /5

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Quando alla fine lasciò la serie di Conan , la reazione dei suoi seguaci fece tremare le mura della Marvel. Lo rivolevano indietro, ma era troppo tardi; a causa dei conflitti con i suoi editori a proposito di diritti d’autore e dividendi, non solo lasciò Conan ma l'intera industria dell’illustrazione a fumetti. (J.S.,  The Studio , 1979) Nell'ultimo post abbiamo lasciato  Barry Smith  messo alla porta dall'illustratore pubblicitario Charles White. La stessa sorte non avevano però ancora subito gli originali di Conan , e questo si rivelò un caso fortunato per lui. Di lì a pochi giorni, infatti, l'allora direttore artistico della CBS records, John Berg , si trovò a far visita a White nel suo studio e notò alcune tavole abbandonate di Red Nails.  A colpirlo fu l'effetto di finito/non finito dato dai disegni non ancora passati a china, e in particolare il senso di indeterminatezza evocato dalla non perfetta coincidenza del disegno principale con la sottosta

Insieme raccontiamo 7 e Il gioco delle trame alternative

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Ed eccoci arrivati al consueto appuntamento del venti del mese con l'angolo dei giochi. La mia scelta è caduta di nuovo sull'iniziativa Insieme raccontiamo del blog Myrtilla's House, al suo settimo appuntamento, e sul Gioco delle trame alternative  (ex Gioco dei titoli nato sul blog Inchiostro, fusa e draghi di Tenar). Ormai lo saprete: nel primo caso si tratta di continuare un incipit proposto da Patricia Moll, nel secondo di sostituire la trama di un libro famoso con una di nostra invenzione. * * * Insieme raccontiamo 7 #insiemeraccontiamo L'incipit di Patricia Riguardò la foto. Che strano! Li ricordava felici. Ora erano tristi. No! Impauriti. Li vide spalancare gli occhi, terrore nel loro sguardo. Incredulità. Poi caddero a terra. Dietro a loro un'ombra nera. Un fantasma informe. Solo un ghigno diabolico dove ci doveva essere la bocca. “Vengo da te” le disse. Il mio seguito (300 caratteri) Quando forzarono l’ingresso la trov

Viaggi letterari: Italian way of cooking

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Una delle costanti della lettura, qualunque libro si legga, è quella del viaggio. Ora siamo proiettati in un'altra psiche (umana o animale), ora in un'altra stanza o città o nazione, ora in un altro pianeta o universo. A questo proposito, la combinazione delle due letture inedite (come ho scritto più volte, faccio molte riletture) che mi hanno accompagnato nella prima metà di marzo mi ha fornito un insolito pacchetto viaggio che mi ha permesso di trovarmi allo stesso tempo, in termini geografici, molto lontano e molto vicino casa. Una delle due letture è ancora in corso ed è Il ritorno di Ayesha di H. Rider Haggard, seguito di Lei, la donna eterna  non più ambientato nel continente africano ma in una imprecisata regione sperduta dell'Asia centrale. L'altra, che ho invece terminato un paio di giorni fa, è  Italian way of cooking di Marco Cardone , che non è un libro sulla cucina italiana per il mercato anglofono come io avevo creduto all'inizio ma un romanzo

Solve et Coagula - Pagina 139

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Parte II - Capitolo 1 /11 Incapace di dare una maggior consistenza a quella che rimaneva poco più di una sensazione, Massimo era già pronto a passare a un'altra parte del libro quando si ricordò all'improvviso, come riscuotendosi da un sogno a occhi aperti, della busta con le istruzioni di Paula Susi. Ma dove l’aveva messa? Frugò nelle tasche ma senza trovarla e stava così per alzarsi da sedere e tornare alla reception, ma fu preceduto dall'ingresso nella stanza della bibliotecaria, la signorina Patricia Hendricks. «Credo abbia dimenticato questa» disse, allungandogli l'oggetto smarrito. Gli stava solo facendo una gentilezza, ma l'espressione di compatimento con cui lo squadrò nei pochi istanti che servirono ad accompagnare il gesto, lasciarono a Massimo pochi dubbi riguardo all’idea che la donna si era fatta di lui. Se avesse anche solo osato chiederle di prendere un caffè insieme, poco ma sicuro si sarebbe precipitata a telefonare alla polizia. Pazienza

Il Maestro e Margherita - un percorso per immagini /6: L'apparizione dell'eroe

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...ogni autorità è una violenza sugli uomini... * * * Capitolo XIII: L'apparizione dell'eroe Lo sconosciuto, con un dito sulle labbra, fece segno a Ivan di tacere e gli sussurrò: "Ssst!". Per vedere meglio, Ivan sedette sul letto, con i piedi sul pavimento. Dal balcone un uomo di forse trentotto anni osservava con prudenza la stanza; non portava la barba, aveva i capelli scuri, il naso affilato, gli occhi impauriti e una ciocca di capelli che gli copriva la fronte. Questo sconosciuto, e insieme eroe, che si introduce nella stanza del poeta Ivan Nikolaevic Ponyrev detto "Bezdomnyj" invitandolo a rimanere in silenzio, è il Maestro. Non credo sorprenda più di tanto scoprire che nessuno dei quattro adattamenti filmici da me presi in considerazione tiene in particolare conto la descrizione fisica che Bulgakov dà del personaggio. Ugo Tognazzi Il Maestro e Margherita  (Italia/Yugoslavia, 1972) Wladyslaw Kowalski Mistrz i Malgor

Solve et Coagula - Pagina 138

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Parte II - Capitolo 1 /10 Massimo era seduto con il libro davanti a sé, mentre ripensava alle ultime parole che gli aveva gridato dietro la bibliotecaria, mentre già si allontanava dal bancone. «Visto che deve recarsi a Woolpit, non trascuri di leggere la storia dei bambini verdi». Decise che non gli costava nulla seguire anche quella parte delle indicazioni della ragazza, così come aveva accettato il suo consiglio sulla scelta del libro, e cominciò a scorrerne l’indice del volume, fino a incontrare le parole The Green Children . Vide che faceva parte della sezione con i racconti sulle fate e non di quella eventuale dedicata agli alieni a cui faceva pensare il titolo. "ANOTHER wonderful thing," says Ralph of Coggeshall, "happened in Suffolk, at St. Mary's of the Wolf-pits… Massimo si fermò subito dopo questa prima frase, colpito dall’assonanza tra il termine “Wolf-pits” e il toponimo Woolpit. Il secondo era una derivazione del primo? si chiese. Forse i

Il mondo degli animali - Il topo nel mito, nella fiaba, nel fumetto e nella letteratura

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Per la seconda volta in breve tempo, mi sono lasciato ispirare da un post di Maria Cristina Cavaliere . Nel caso precedente, lo ricorderete, si era trattato di accostare opere letterarie e quadri con le stagioni, stavolta l'accostamento è nientemeno che con il topo, animaletto umile ma che ha spesso ispirato artisti e scrittori anche molto diversi tra loro. Cristina ha proposto cinque celebri topi, io mi sono limitato a quattro, i primi che mi sono venuti in mente scansando alcuni di quelli da lei utilizzati. Comincerò questo viaggio da molto lontano nel tempo. E precisamente dal mito e dalla fiaba, dove fanno capolino i più antichi topi della letteratura di cui ho notizia, eccettuate forse le favole di Esopo. 1. Sminteo Non si tratta di un vero e proprio topo, bensì di un epiteto del dio Apollo che i più fanno derivare dalla parola greca sminthos , che indica il topo. Altri studiosi lo fanno invece derivare dalla città di Sminthe nella Troade, ma il topo, come vedrem