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Il Maestro e Margherita - Un percorso per immagini /3: Capitoli 4-7



I'm recalling times when I was small,
in light and free jubilee days,
Old folks praying everybody swaying,
Loudly, I chanted my praise.
How I sang about the Judgement morn,
And of Gabriel tooting on his horn.
In that sunny land of milk and honey,
I had no complaints,
While I thought of Saints.
So I say to all who feel forlorn:
Sing "Hallelujah! Hallelujah!"
and you'll shoo the blues away:
When cares pursue you, "Hallelujah!"
Gets you through the darkest day.
Satan lies awaiting and creating skies of grey,
But "Hallelujah! Hallelujah!"
Helps to shoo the clouds away.
(Hallelujah; Robin/Grey-Youmans)

* * *


Capitoli 4-7 (L'inseguimento - Nel frattempo, al Griboedov... - Schizofrenia, come era stato detto - Un appartamento sinistro)



1. La trama


La parte della storia di cui mi occupo in questo post prende il via dal parco dei Patriaršie Prudy (Stagni del Patriarca) di Mosca, dove ci eravamo lasciati nel post precedente, e dove inizia l'inseguimento di Satana/Woland e Koroviev a opera di Bezdomny. Il duo degli inseguiti si trasforma però presto in un trio, quando vi si aggiunge un altro dei componenti il seguito di Woland: un gatto nero di proporzioni gigantesche.
Ma nonostante Bezdomny ce la metta tutta, non riesce a diminuire di un solo passo la distanza che magicamente lo separa dal trio diabolico. Ben presto, poi, la somma di tutti gli avvenimenti impossibili in cui si è trovato coinvolto comincia a far vacillare il suo equilibrio psichico, con la conseguenza che nel corso della sua ricerca insensata e senza esito, il poeta si mette nei guai e, fatto prigioniero, viene ricoverato in una clinica psichiatrica.
Nel frattempo, come aveva profetizzato nel primo capitolo del libro, Satana/Woland prende possesso dell'ex appartamento di Berlioz in via Sadovaja, installandovisi con il suo seguito. Ed è qui che, come ogni altra mattina, il giorno dopo si risveglia Stëpa Lichodeev, direttore del teatro Varieté ed ex coinquilino del defunto Berlioz, "in un grande edificio a cinque piani in forma di ferro di cavallo".
Quella che segue subito dopo è la prima di una lunga serie di circostanze grottesche e/o umoristiche, originate in gran parte dai tiri perpetrati, a colpi di magia, dall'allegra brigata infernale. Satana/Woland racconta a Lichodeev di aver stipulato con lui, il giorno prima, un contratto per esibirsi al Varieté in una séance di magia nera. Ma è un episodio di cui il direttore del teatro non ha, e non potrebbe essere altrimenti perché mai avvenuto, nessun ricordo.
Quando però Lichodeev cerca, e ottiene, per telefono conferma alle parole dello straniero da Rimskij, findirektor (direttore finanziario) del Varieté, non può che arrendersi all'apparente realtà dei fatti e prendersela con se stesso e la propria incredibile smemoratezza. Tutto questo prima del colpo scena che sancirà il finale del capitolo.

Da notare che di tutti questi capitoli, il film del 1972 mette in scena soltanto l'episodio dell'appartamento di via Sadovaja, e con una diversa conclusione. Cambia inoltre in "Bobov" il nome del personaggio corrispondente a Lichodeev.


2. Personaggi principali e loro interpreti


Ivan Nikolaevic Bezdomny

Satana/Woland

Koroviev/Fagotto

Behemot

Stëpa Lichodeev

Azazello


I primi tre personaggi di questa lista li abbiamo già incontrati, ed esaminati, nel post precedente. In questo nuovo post se ne aggiungono altri tre, che sono nell'ordine: il demone Behemot, il direttore del teatro Varieté Lichodeev e il demone Azazello.


Behemot


Il demone Behemot è il secondo componente il seguito di Satana/Woland a fare la sua comparsa nel libro, dopo Koroviev. La tradizione demonologica lo raffigura come un animale corpulento, in genere un elefante o un ippopotamo. Nel romanzo di Bulgakov appare invece nella forma di un gigantesco gatto nero dotato di parola, che cammina eretto sulle zampe posteriori, e ha la capacità di trasformarsi, all'occorrenza, in un semplice gatto o in un uomo grasso dalla fisionomia di gatto.
Così lo descrive Bulgakov descritto nella sua prima apparizione nel libro, durante l'inseguimento di Bezdomny:
...un gatto immenso, grande come un verro castrato, nero come la fuliggine o come le piume di un corvo, e con temerari baffi da cavalleggero...


Il Maestro e Margherita
(Italia/Yugoslavia, 1972)

Marek Pys
Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1990)

Viktor Pavlov
Master i Margarita (Russia, 1994)

Vano Miranyan, Semyon Furman
Master i Margarita (Russia, 2005)

Come si vede nella prima di questa serie di immagini, il film del 1972 affida la "parte" a un comune gatto nero. Vale a poco affannarsi a cercare attinenze con il Behemot del romanzo.
La situazione migliora nella versione televisiva polacca del 1988, sebbene la distanza dal romanzo si mantenga notevole: il "gatto" ha stavolta un corpo umanissimo, e slanciatissimo, che esplode in un gran faccione di peluche.
Più credibile, anche se non del tuto fedele alla pagina scritta, è la resa del Behemot del film di Yuri Kara del 1994. Il suo aspetto si mantiene sempre quello di un uomo grasso con numerosi tratti da gatto.
Come c'era da aspettarsi, la serie televisiva del 2005 è la più fedele al romanzo, e offre, anche grazie alla tecnologia avanzata e ai mezzi finanziari a disposizione della produzione, il risultato di gran lunga migliore. Il Behemot che va in scena è in questo caso la combinazione di più elementi: tecnologia digitale, un modellino meccanico, e una coppia di stuntmen con indosso un costume.


Stëpa Lichodeev


E' il direttore del teatro Varieté. Abita una metà dello stesso appartamento di via Sadovaja che ospitava anche il defunto presidente del Massolit, Berlioz.


Jerzy Bonczac
Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)

Sergey Nikonenko
Master i Margarita (Russia, 1994)

A. Pankratov-Chyornyy
Master i Margarita (Russia, 2005)


Azazello


Il nome Azazello è l'italianizzazione, decisa dallo stesso Bulgakov, dell'ebraico Azazel. In origine un demone del deserto delle antiche mitologie mediorientali, è diventato in seguito uno degli angeli caduti della tradizione ebraica.
Nella descrizione di Bulgakov è piccolo di statura ma ha "spalle straordinariamente larghe, un canino giallo che gli spunta dalla bocca rendendo mostruosa una fisionomia già di per sé rivoltante", capelli rossi e un leucoma sulla cornea dell'occhio sinistro.


Bata Zivojinovic
Il Maestro e Margherita (Italia/
Yugoslavia, 1972)

Mariusz Benoit
Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)

Vladimir Steklov
Master i Margarita (Russia, 1994)

Aleksandr Filippenko
Master i Margarita (Russia, 2005)

E' facile capire, da questa serie di immagini, che l'Azazello del film del 1972 si presenta in realtà privo di quasi tutte le caratteristiche descritte da Bulgakov. Mentre è il film di Yuri Kara del 1994 ad aggiudicarsi in questo caso, ma non per l'unica volta, il premio della verosimiglianza.
C'è poi da notare che l'interprete del ruolo di Azazello nella serie televisiva del 2005 è Aleksander Filippenko, lo stesso attore che oltre un decennio prima aveva vestito i panni di Koroviev nel film di Kara.

* * *


Capitolo 4 - L'inseguimento



Master i Margarita (Russia, 1994)
Bezdomny all'inseguimento del diabolico trio
In primo piano da sinistra a destra: Koroviev, Woland, Behemot
Sullo sfondo: il poeta Bezdomny

Master i Margarita (Russia, 2005)
Bezdomny all'inseguimento del diabolico trio
La prospettiva è rovesciata rispetto all'immagine precedente



No cats allowed!

"I gatti non possono salire! Non si sale con i gatti! Via! Sciò! Scappa, o chiamo la polizia!"

Sempre nel capitolo quattro, Behemot fa perdere le sue tracce a Bezdomny con l'ausilio di un tram, in uno dei tanti episodi comici e/o grotteschi del romanzo che lo vedono protagonista. Ma la sua condizione semi-animale lo rende spesso, come in questo caso, oggetto di discriminazione da parte dei completamente umani.
Ma né la bigliettaia né i passeggeri furono colpiti dalla vera essenza del fenomeno, che non consisteva tanto nel tentativo di un gatto di salire su un tram, già in effetti di per sé episodio poco edificante, quanto nel suo gesto di voler pagare il biglietto!

Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)

Così, alla fine...
...il gatto si comportò come fanno tutti quelli che sono stati cacciati da un tram che devono assolutamente prendere per andare da qualche parte: aspettò di vedersi scorrere davanti tutti e tre i vagoni, saltò sull'ultimo respingente e, aggrappandosi con una zampa a un pezzo di tubo che sporgeva di lato, partì senza aver speso, tra l'altro, le sue dieci copeche.

Master i Margarita (Russia, 2005)

L'episodio di Behemot che prende il tram è assente nel film del 1994 (versione da 120 minuti).

Dopo aver visto sparire in questo modo dalla sua vista Behemot, Bezdomny riprende il suo inseguimento del professore straniero. Le vie di Mosca si succedono allora l'una dopo l'altra a velocità soprannaturale, finché anche il professore, in una viuzza, fa perdere le sue tracce.
Il poeta non sapeva cosa fare, ma il suo disorientamento non durò a lungo, perché d'un tratto comprese che avrebbe senza dubbio trovato il professore al n. 13, e di certo nell'appartamento n. 47.

Ma naturalmente del professore nessuna traccia. Il poeta vive invece nell'appartamento una serie di singolari situazione. Prima nella stanza da bagno, dove ha uno scambio di battute con "una sua concittadina nuda", poi in cucina, dove fa suoi una piccola icona religiosa e una candela nuziale.
Nella stessa cucina fa poi la sua prima comparsa il fornello a benzina Primus. Che dovrebbe essere, secondo la mia ricerca, questo della foto:




Un utensile da tenere a mente, perché tornerà ancora a visitare le pagine del romanzo.

Bezdomny ha quindi una seconda una seconda intuizione, che ha a che fare stavolta con le acque della Moskova, dove si tuffa alla ricerca di Woland, non prima però di aver affidato i suoi abiti alla custodia di un vagabondo. Non è difficile indovinare che al suo ritorno sulla riva non troverà più ad accoglierlo né i suoi abiti né il vagabondo, ma solo gli stracci di quest'ultimo.

* * *


Capitolo 5 - Nel frattempo, al Griboedov


Qualsiasi visitatore che non fosse uno zuccone, quando arrivava al griboedov, capiva subito come doveva essere bella la vita per i fortunati membri del Massolit, e una cupa invidia cominciava a lacerare subito il suo spirito e a fargli rivolgere al cielo amari rimproveri per non aver ricevuto alla nascita il dono del talento letterario, senza il quale non si poteva nemmeno sognare di possedere la tessera del Massolit, marrone, profumata di cuoio pregiato e contornata di un'alta bordura d'oro: una tessera che a Mosca tutti conoscevano.

"Il Griboedov" è, nel libro, l'abbreviazione di "Casa del Griboedov", un epiteto collegato al nome dello scrittore Aleksandr Sergeevic Griboedov. Ospita la sede del club letterario Massolit, "l'associazione a capo della quale si trovava, fino al momento della sua scomparsa ai Patriaršie Prudy, lo sventurato Michail Aleksandrovic Berlioz".
Alle dieci e mezzo di quella sera, quando Berlioz era rimasto ucciso ai Patriaršie Prudy, al primo piano del Griboedov era illuminata solo una stanza, e in quella stanza languivano i dodici letterati covenuti per la riunione, in attesa di Michail Aleksandrovic.

Ma l'attesa è vana, e a mezzanotte "tutti e dodici i letterati lasciarono il primo piano e scesero al ristorante, onorando tra sé Michail Aleksandrovic di qualche mala parola: i tavoli della veranda, com'era prevedibile, erano già occupati, e dovettero rassegnarsi a cenare al chiuso, nelle bellissime ma soffocanti sale".
A mezzanotte in punto, nella prima sala, si sentì un fragore, un tintinnio, una pioggia, un rimbalzo. E una sottile voce maschile gridò disperatamente al ritmo della musica: Hallelujah!!!

Hallelujah è un charleston composto da Vincent Youmans (1898-1946). (Anche in questo caso si tratta di qualcosa da tenere a mente, perché il brano ricorrerà ancora nel romanzo).

E' sulle note di questa canzone che si sparge nella sala la notizia della morte di Berlioz.
Ma il ristorante aveva cominciato a vivere la sua abituale vita notturna e avrebbe continuato fino alla chiusura, cioè fino alle quattro della mattina, se non fosse successo qualcosa di così strano da meravigliare gli ospiti del ristorante assai più della notizia dell'uccisione di Berlioz.

La terza intuizione di Bezdomny sul possibile nascondiglio del consulente straniero ha infatti a che fare proprio con il Griboedov. Dove lui si presenta con indosso gli stracci del vagabondo.
Era scalzo, portava una tolstovka bianca, sporca e sdrucita, alla quale sul petto aveva appuntato con una spilla da balia una piccola iconcina di carta con l'immagine sbiadita di un santo ignoto, e un paio di mutande lunghe a strisce. In mano, Ivan Nikolaevic teneva una candela nuziale accesa. La guancia destra di Ivan recava un graffio recente.

Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)

Master i Margarita (Russia, 1994)

Master i Margarita (Russia, 2005)


L'episodio prosegue, a questo punto, secondo i binari più collaudati del comico e del grottesco: con le escandescenze del poeta al Griboedov, seguiti dalla sua cattura e il suo inevitabile ricovero in un ospedale psichiatrico di nuova costruzione sulla riva del fiume nelle vicinanze di Mosca.

* * *


Capitolo 6 - Schizofrenia, come era stato detto



Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)

Master i Margarita (Russia, 1994)

Master i Margarita (Russia, 2005)

Da notare che nel film del 1972, dove la figura di Bezdomny non è contemplata, è l'internamento del Maestro a essere messo in immagini (in un'ennesima discrepanza con quanto scritto da Bulgakov):


Ugo Tognazzi
Il Maestro e Margherita (Italia/Yugoslavia, 1972)

* * *


Capitolo 7 - Un appartamento sinistro


Bisogna dire che quell'appartamento, il n. 50, aveva da molto tempo una reputazione, se non proprio cattiva comunque strana. Ancora due anni prima ne era proprietaria la vedova del gioielliere de Fougeret, Anna Francevna de Fougeret, una signora di cinquant'anni, piena di dignità e di senso pratico, che dava tre delle cinque stanze in affitto a due inquilini: uno il cui cognome sembra fosse Belomut e un altro con un cognome di cui non si ha memoria.
Ed ecco che, due anni prima, nell'appartamento avevano cominciato a succedere cose inspiegabili: le persone che vi abitavano svanivano senza lasciare traccia.

La prima parte di dialogo nell'appartamento di via Sadovaja avviene tra i soli Woland e Lichodeev, ma anche in questo caso, come accade spesso nel libro, l'episodio si sviluppa non solo per accumulo di eventi ma anche di personaggi, fino al colpo di scena finale.
Dopo Woland è il turno di Koroviev di apparire, seguito a ruota da Behemot.


Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)
Da sinistra a destra: Behemot, Satana/Woland, Koroviev
Sullo sfondo: Hella

Master i Margarita (Russia, 1994)
Da sinistra a destra: Behemot, Koroviev, Satana/Woland, Azazello

Master i Margarita (Russia, 2005)
Da sinistra a destra: Satana/Woland, Behemot, Koroviev

"Vedo che è un po' stupito, o mi sbaglio, carissimo Stepan Bogdanovic? Chiese Woland a Stepa che teneva i denti stretti. "Eppure non c'è niente di cui meravigliarsi: questo è il mio seguito.
...
"E il mio seguito ha bisogno di spazio" continuò Woland, "quindi in questo appartamento c'è qualcuno di troppo. E a me sembra che si tratti precisamente di lei!".

Ma prima della sparizione annunciata di Lichodeev, c'è ancora tempo perché un terzo elemento del seguito di Woland, il demone Azazello, faccia la sua prima comparsa nella storia.
Dalla specchiera del trumeau uscì un uomo piccolo ma con le spalle straordinariamente larghe, aveva un cappello a bombetta e un canino che gli spuntava dalla bocca e rendeva mostruosa una fisionomia già di per sé rivoltante. I suoi capelli per di più erano rosso fuoco.

Master i Margarita (Russia, 2005)
Azazello e Lichodeev

Ancora una volta, però, è la versione televisiva del 2005 l'unica delle quattro a seguire le indicazioni del libro, sfruttando lo specchio per l'apparizione di Azazello.
Nel film del 1994 Azazello è invece presente nella scena da prima, contemporaneamente a Koroviev e Behemot.
Mentre la serie TV polacca del 1988 anticipa addirittura i tempi, introducendo già in questa scena un altro personaggio del seguito di Satana, Hella, che apparirà solo in seguito nel romanzo. Per questo l'ho voluta qui mantenere sullo sfondo, mentre me ne occuperò con molto piacere al momento dovuto. In particolare, il telefilm affida alle sue labbra una battuta che nel libro è di Behemot:
"Tu non hai l'aria dell'arciprete, Azazello".

E' in ogni caso ad Azazello e Behemot che è affidato il colpo di magia finale che chiuderà in bellezza il capitolo.
...si voltò verso Woland e aggiunse, in tono rispettoso: "Lei mi permette, messere, di espellerlo da Mosca e mandarlo a casa del diavolo?".
"Pussa via!!!" ruggì il gatto e rizzò il pelo.
La camera da letto si mise a vorticare intorno a Stepa, Stepa batté la testa contro lo stipite e, mentre perdeva conoscenza, pensò: "Muoio...".

E l'istante dopo Lichodeev si ritrovò proiettato in riva al Mar Nero, a Jalta, a migliaia di chilometri di distanza da Mosca.


Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)


Master i Margarita (Russia, 1994)


Master i Margarita (Russia, 2005)

* * *


A che punto siamo


Questi cinque indicatori segnano l'avanzamento, film per film, del percorso per immagini rispetto al testo del romanzo.

1. Il libro


2. Il Maestro e Margherita (Italia/Yugoslavia, 1972)


3. Mistrz i Malgorzata (Polonia, 1988)


4. Master i Margarita (Russia, 1994)


5. Master i Margarita (Russia, 2005)




* * *


References


Il testo di Maestro e Margherita consultato per la stesura di questo post è l'edizione Feltrinelli del 2011. Traduzione e cura di Margherita Crepax.

Commenti

  1. Hai scritto tanto e ho letto fino a metà, devo ripassarci con calma... oggi è una giornata turbolenta e i giorni a seguire lo saranno ancora di più^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì e vero, ho scritto molto, ma del resto la prima metà del libro è la più difficile da rendere in questa forma e il post mi ha richiesto un bel po' di lavoro. La seconda metà è decisamente più lineare, e anche il mio lavoro dovrebbe semplificarsi ^o^

      Elimina
  2. Ci ho messo una settimana ad arrivare ma alla fine ce l'ho fatta a leggere tutto con attenzione. Beh, che dire. Tanto di cappello. Ti immagino lì seduto con il libro tra le mani e uno schermo dove far scorrere le immagini dei vari film. Anche solo per prendere gli screenshots sono sicuro che ti ci saranno volute ore.

    Aggiungo un piccolo contributo da un vecchio “dizionario demoniaco” che ho qui in casa e che custodisco gelosamente…

    Azazel (il Petulante): questo Demone è talmente invasivo e ossessionante che viene di norma schivato anche dagli altri Demoni. Il suo aspetto è quello di un uomo dimesso con la testa di un caprone. Dedito costantemente al peccato, è perennemente assetato di sangue.

    Behemoth (il Lussurioso): Questo è uno dei demoni evocati più di frequente dai satanisti, dato che è il protettore di tutti i vizi, dei peccati di gola e della lussuria. Il suo aspetto è quello di un piccolo elefante, con piedi e mani umane, e con gli occhi che esprimono un’indicibile malizia.

    Ti ci ritrovi in qualcuna di queste descrizioni?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai indovinato, questa serie è la più laboriosa che mi sia capitato di realizzare finora. Ogni post richiede ore e ore di lavoro Però dà le sue belle soddisfazioni, che prevedo aumenteranno quando arriveranno i capitoli clou.
      Certe caratteristiche dell'Azazel di Bulgakov sono quasi opposte a quelle che elenchi: nel libro appare molto flemmatico e anche dotato di una sua personale saggezza. Però è vero che si dedica all'assassinio.
      Behemot sicuramente nel libro si dà ai peccati di gola. E' petulante e invasivo, ma anche dotato di un certo humor.
      Grazie per il tuo contributo :)

      Elimina

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