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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014
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Il segreto di Hanging Rock /3 di 4

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Nel finale del post precedente ho cominciato a esplorare, timidamente, quel gigantesco e labirintico edificio, "religioso" e "filosofico" insieme, che è il Tempo del Sogno australiano. In questo nuovo post cercherò, nei limiti dello spazio consentito, di avventurarmi un po' più addentro alla cosa. 1. Il mistero dei corsetti sospesi Come abbiamo visto, secondo Yvonne Rousseau il Capitolo 18, il capitolo perduto e ritrovato di Picnic a Hanging Rock, poggia tutto sulle fondamenta del Tempo del Sogno e, come ho detto, io condivido in pieno questa sua convinzione. Sempre Yvonne Rousseau ritiene inoltre di avere individuato, in base allo svolgimento del Capitolo 18, quale sia il Sogno "creato" da Joan Lindsay, l'autrice del libro. Scrive Rousseau: Nella leggenda del Tempo del Sogno che racconta l'avventura del Picnic, possiamo supporre che un'aquila di passaggio lasci cadere un granchio di fiume dove stavano dormendo la lucerto

Solve et Coagula - Pagine 48 e 49

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Capitolo 4 - parte 10 Solo quando ebbe varcato la soglia del portone si fermò per riprendere fiato. La sua era stata una fuga in piena regola, si disse, ma da cosa? Era forse fuggita da Fabrizio?, dal Ragnarock?, da se stessa? Se fossero state vere le prime due ipotesi, una o entrambe, il suo comportamento era come minimo ambivalente dal momento che era impegnata, in quegli stessi giorni, in manovre di avvicinamento in piena regola sia nei confronti di Fabrizio sia del Ragnarock. Se invece fosse stata vera l’ultima delle tre, allora non le sarebbe valso a niente fuggire, perché si sarebbe portata dietro se stessa ovunque. Ma la vera risposta poteva trovarsi altrove. Forse la sua serata era stata semplicemente condizionata dall’incubo che aveva avuto quel pomeriggio e tutto le era apparso più nero di quanto fosse in realtà. Con questo pensiero, solo in piccola parte rassicurante, cominciò a salire la prima delle numerose rampe di scale che l’attendevano. Aveva in realtà sempre

Incantesimi cinemusicali /3: Come little children

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Il brano musicale che presento oggi,  Come Little Children , è tratto da una produzione Disney del 1993, Hocus Pocus , film fiabesco-sentimentale con sfumature horror, rivolto essenzialmente a un pubblico di adolescenti ma godibile da grandi e piccini, ed è una canzone che ha tra le sue caratteristiche quella di essere utilizzata, da Sarah, una delle tre streghe protagoniste, proprio come incantesimo.  Hocus Pocus , per chi non lo avesse visto, è un film piuttosto ben fatto, con una buona resa, tipicamente disneyana, degli elementi magici e fiabeschi, ed è considerato da molti uno dei migliori (se non addirittura il migliore) tra i film ambientati nella notte di Halloween. Il suo difetto principale è, a mio avviso, una certa frenesia registica, purtroppo tipica di troppi film del mainstream americano. Il regista sembra dirigere come se avesse alle calcagna un branco di lupi famelici e purtroppo, a causa sua o degli addetti al montaggio, va in gran parte sprecato anche l'

Solve et Coagula - Pagina 47

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Capitolo 4 - parte 9 «Lo abbiamo deciso di concerto io e Giulia» mentì «come modo per ricambiare la tua gentilezza. Quella di averci prima invitato a casa tua e adesso al Ragnarock, intendo». Fabrizio sorrise e annuì, ma Luisa dedusse, dalla sua espressione, che non doveva essere stata molto convincente. Cercò così di sviare il discorso dicendo la prima cosa che le passò per la testa: «Perché volevi vedere il concerto degli Hel? È un gruppo che ti piace?». « Delle … non degli » la corresse lui «le Hel sono un gruppo formato da sole donne… tre per l’esattezza». «In ogni caso» aggiunse «non so dirti se mi piacciono o no perché non le ho mai sentite suonare. A dirla tutta, non le avevo neppure mai sentite nominare prima di parlare con Eva Luna». «Hai visto Eva Luna?». «L’ho invitata nel mio studio, come ho fatto con voi. Con lei, ovviamente, il motivo dell’incontro era più definito». «I tuoi Tarocchi Babilonesi, immagino». Fabrizio annuì. «E cosa ne pensa?». «Ti

Solve et Coagula - Pagina 46

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Capitolo 4 - parte 8 Ma non fece quasi in tempo a gettare lo sguardo oltre la vetrina del pub, che tutte le luci all’interno, eccetto quelle di sicurezza, si spensero. Dopodiché riuscì solo a individuare, oltre ai contorni del mobilio, le sagome di alcune persone che sembravano confondersi con la parte più in ombra della parete di fondo della stanza. Si trattava in realtà, come Luisa si rese conto alcuni istanti dopo, di un varco che si apriva tra due colonne lignee. Un varco che lei immaginò dovesse portare allo spazio dove era previsto che suonassero gli Hel. Però era davvero strano, si disse, che in un locale del genere si chiudessero le porte al pubblico all’inizio di un concerto come fosse un teatro o un auditorium. E, se fino a poco prima era stata perfino tentata di entrare, era ormai evidente che non ci sarebbe stato nessun incontro anticipato tra lei e il Ragnarock: era tutto rimandato a mercoledì, come da programma. Se non altro, almeno l’incantesimo che sembrava

Il segreto di Hanging Rock /2 di 4

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Nel primo post che ho dedicato a Picnic a Hanging Rock ho parlato dell'esistenza di un capitolo, il diciottesimo, che pur scritto dall'autrice Joan Lindsay, non aveva poi trovato posto nell'edizione definitiva del libro e, a maggior ragione, nel film di Peter Weir. Nel secondo post ho iniziato a addentrarmi nei dettagli del meccanismo che aveva portato alla rimozione del capitolo. Una rimozione che si è in realtà rivelata parziale, poiché una parte del Capitolo 18 è infine confluita nel Capitolo 3 creando un senso di ripetizione. E proprio la scoperta di questa intromissione un po' pasticciata ha permesso a un certo momento a John Taylor, un promotion manager della casa editrice che ha pubblicato il romanzo, di accedere al club esclusivo dei detentori del "segreto". Adesso, in questo nuovo post, è giunto il momento di affrontare un'altra, ancor più decisiva conseguenza, della scoperta di Taylor. Fu infatti a lui che Joan Lindsay consegnò, alcu

Solve et Coagula - Pagina 45

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Capitolo 4 - parte 7 Ma l’appartamento nel suo insieme le sembrò diventato all’improvviso ostile, come se tra le sue pareti aleggiasse ancora l’eco del suo incubo. Luisa decise così che fosse meglio per lei uscire e camminare finché non si fosse tranquillizzata del tutto. Vagò per un po’ senza meta nelle vie del centro, poi entrò in un bar, si sedette a uno dei tavoli e ordinò una tazza di cioccolata calda. Nel frattempo si mise anche a sfogliare uno dei quotidiani messi a disposizione dei clienti per la consultazione e vide che, nella pagina dedicata agli eventi cittadini, era menzionato anche il Ragnarock. In particolare, il trafiletto si occupava di uno spettacolo che avrebbe avuto inizio alle ventitré nei locali del pub, un concerto del gruppo musicale Hel. Era la prima volta in assoluto che lo sentiva nominare, ma Luisa immaginò fosse uno dei tanti gruppetti locali di genere heavy metal che le capitava di vedere pubblicizzati in manifesti sbiaditi affissi nelle strade de

Il segreto di Hanging Rock /1 di 4

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Nota: Per una migliore comprensione del contenuto dell'articolo è consigliabile leggere prima il post Incantesimi cinemusicali /2 . Questo post ne è il seguito ideale. * * * 1. Un club esclusivo ...il Mistero del Collegio, come quello del famoso caso della Marie Celeste , rimarrà probabilmente per sempre insoluto. E' con queste parole che si conclude il romanzo Picnic a Hanging Rock di Joan Lindsay, nella versione ufficiale che possiamo acquistare in qualsiasi libreria. Niente da eccepire: delle persone scomparse nessuna traccia, ma sono state svolte tutte le indagini necessarie e credo che nessun lettore medio possa mai percepire il libro come monco, mancante di un finale. Eppure qualche rara persona, forse meno frettolosa della media nella lettura, si era accorta molto presto che qualcosa nella storia non quadrava. Una di queste persone fu John Taylor, destinato a diventare in seguito l'agente letterario di Joan Lindsay, nonché l'autore di un

Solve et Coagula - Pagina 44

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Capitolo 4 - parte 6 Senza dire niente, Alessandra alzò il piatto all’altezza del suo plesso solare e con la mano libera afferrò una delle uova, se la portò alla bocca e la addentò. Luisa era stupefatta: per la prima volta in due anni, la vedeva mangiare. E la sua sorpresa era destinata a prolungarsi, perché, subito dopo, la ragazza allungò ancora il piatto verso di lei con l’apparente intenzione di offrirle l’altro uovo. Luisa esitò per un breve momento, poi decise di stare al gioco, ma, proprio mentre stava per allungare a sua volta la mano, emerse alla sua vista un dettaglio raccapricciante che le era prima sfuggito: la superficie all’apparenza bianca e lucida dell’uovo era in realtà pervasa di sottili ramificazioni venose che trattenevano ancora il loro sangue. Luisa si rese conto, in poche parole, che quello che aveva sotto gli occhi non era per niente un uovo bensì il testicolo spellato di un grosso animale, forse di un cavallo. Fece per gridare, ma si sentì la gola come

Incantesimi cinemusicali /2: Picnic a Hanging Rock

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Come il  Fantasma del palcoscenico  di cui mi sono occupato nel post precedente,  Picnic a Hanging Rock , il film capolavoro di Peter Weir , occupa stabilmente fin dalla metà degli anni '70 i vertici della classifica dei miei cult movies . E' inoltre sempre stato, nella mia considerazione, il film magico per eccellenza. Sono però dovuti passare ugualmente molti anni prima che scoprissi l'esistenza del libro da cui il film è stato tratto, un romanzo della scrittrice australiana Joan Lindsay che porta lo stesso titolo e che è stato pubblicato nel 1967, otto anni prima dell'uscita del film. Scoprire poi, ancora più tardi, che la storia era interamente frutto della fantasia della scrittrice ha avuto su di me un effetto paragonabile a quello che può prodursi in un bambino quando viene infine a sapere, in un modo o nell'altro, che Babbo Natale non esiste. Il punto è che sia la scrittrice Joan Lindsay che il regista Peter Weir presentano Picnic a Hanging Rock